Le auto elettriche, a livello globale, hanno registrato una crescita delle vendite del 3% nel gennaio 2023. L’interesse per l’installazione di colonnine di ricarica in contesti privati è quindi molto alto. Nel caso dei condomini, si tratta di una scelta che può impattare positivamente sul valore dell’immobile. Infatti, oggi i servizi aggiuntivi che hanno un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale sono molto apprezzati.
La soluzione più semplice è quella dell’installazione della colonnina nel box privato, opzione che non necessita di alcuna richiesta di autorizzazione al Comune. L’unica adempienza è quella di inviare una comunicazione formale all’amministrazione di condominio.
Può capitare, infatti, che nel corso dei lavori di installazione si presenti la necessità di interventi presso le aree comuni. In tal caso, occorrerà l’autorizzazione da parte dell’assemblea condominiale.
Per verificare la fattibilità dei lavori viene dato l’incarico a un tecnico. Questo professionista effettua una perizia sia per verificare il rispetto della normativa vigente, sia per fornire riferimenti chiari sulla quota di energia da imputare al condomino.
L’iter descritto si rivela necessario nei casi in cui la colonnina per la ricarica dell’auto elettrica installata presso un box privato risulti allacciata alla rete elettrica condominiale. Tutte le spese sono ovviamente a carico del singolo condomino.
Per installare colonnine di ricarica nelle parti comuni condominiali, occorre inviare formale richiesta di convocazione dell’assemblea di condominio. Quest’organo ha la facoltà di deliberare sia sulle tipologie che sulle tempistiche dei lavori.
In assemblea, inoltre, viene discussa la ripartizione delle spese. Per tale aspetto si prendono come riferimento i millesimi delle proprietà dei soli condomini che intendono usufruire del servizio, dal momento che probabilmente non tutti saranno in possesso di un’auto elettrica.
Del resto, chi non ha un’auto elettrica o ibrida non deve temere possibili errori nella divisione delle spese. Esistono infatti modalità per monitorare i consumi del singolo condomino o dei suoi familiari. Si può, per esempio, dotare di chiave per l’accesso alla colonnina ogni inquilino in possesso di un’auto elettrica.
Diverso è il caso in cui tutta l’assemblea opti per l’installazione. La colonnina di ricarica si configura quindi come bene comune. Il pagamento dell’energia utilizzata peserà quindi, in percentuali diverse sulla base dei millesimi, su tutti i condomini.
In uno stesso condominio è consentito, come previsto dalle linee guida dell’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), installare nelle parti comuni un numero di colonnine di ricarica che non ecceda quello delle unità immobiliari.
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