Già da alcuni anni le città di Vienna, Cracovia, Francoforte e Dublino e le nostre Bergamo e Parma adottano la pratica dello “sfalcio ridotto”. A Milano, quando il Comune ha annunciato di voler praticare un taglio più moderato all’erba del verde pubblico, di questo si tratta, non sono mancate le perplessità degli utenti e le polemiche di stampo politico.
Tiepida la risposta della cittadinanza, e più di una insinuazione da parte dell’opposizione, secondo cui il sindaco Sala mirerebbe, con questa trovata, solo a ridurre le uscite previste nel bilancio di Palazzo Marino. Comunque sia, la questione non è di quelle campate in aria. Visto che a supportarla, e ad indicarne i vantaggi, ci sono diversi studi e riscontri scientifici che hanno dettato un’inversione di rotta a diverse amministrazioni cittadine, anche all’estero, come accennato. Allora cerchiamo di capire meglio di cosa si sta parlando.
Detto in maniera semplice, per la comunità scientifica, una frequenza ridotta nel taglio dell’erba alta di parchi e giardini favorisce la biodiversità, aumentando in sostanza le specie ambientali, che rimane uno degli obiettivi primari per la salvaguardia del Pianeta. Tale pratica garantirebbe le condizioni ideali all’habitat di quelli che la scienza definisce artropodi. Una classe di questi ultimi è rappresentata dagli insetti. Tra questi le api. Per le quali sarebbe più agevole raccogliere il nettare e favorire l’impollinazione. E le farfalle, se si limitasse lo sfalcio nelle aiuole pubbliche, sarebbero il 18% in più.
Lo rivelano gli scienziati della Butterfly Conservation, una organizzazione il cui studio è stato pubblicato da pochi giorni sulla rivista Science of The Total Environment. Peraltro, un po’ in ogni parte del mondo, diversi studi rilevano un preoccupante abbassamento sia nel totale che nel numero delle specie di insetti. La costante urbanizzazione è ciò che più incide sul fenomeno. Gli amministratori meneghini, ma non solo, hanno fatto tesoro delle molteplici conclusioni cui sono giunti gli esperti e non hanno esitato, a loro volta, a divulgarle.
L’assessora all’Ambiente Elena Grandi ha pubblicato sui social un video in cui spiega le ragioni della novità. Sostiene che “è dovere degli organi preposti assicurare il mantenimento della biodiversità e anche preservare l’umidità dei prati pubblici che sempre più spesso soccombono alle estati siccitose degli ultimi anni”. Eloquenti anche i contenuti apparsi sul sito istituzionale dello stesso Comune. Vi si legge tra l’altro che è prossima la collocazione di centocinquanta cartelli per una campagna informativa circa gli obiettivi che la Giunta intende raggiungere.
A sostenere l’iniziativa ci sono Legambiente e LIPU. Alla prima appartiene Marzio Marzorati che si dice del tutto favorevole “purché i posti scelti non siano poi abbandonati”. E rassicura i milanesi quando precisa che non saranno certo gli spazi fruibili i destinatari dell’esperimento. Piuttosto saranno interessate le aree prospicienti le strade ad alto traffico e le superfici destinate ai parchi estensivi. Ancora più esplicita l’assessora Grandi secondo cui lo sfalcio ridotto riguarderebbe non più di 1,3 milioni di metri quadri sui 19 complessivi di verde comunale. “Faremo in modo da non coinvolgere gli spazi attrezzati, quelli destinati ai giochi ed anche quelli per i cani”. Da parte di chi scrive, solo l’augurio che possa trattarsi dell’inizio di tanti successi a venire.