“In seguito all’approvazione della normativa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità, a partire da oggi la Rai sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa”.
Con queste parole la tv pubblica ha comunicato in una nota la decisione di rinunciare alle corrispondenze dalla capitale russa sottolineando che “la misura si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese. Le notizie su quanto accade nella Federazione Russa verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia”.
La Bbc torna alle onde corte – Una decisione con cui Viale Mazzini si allinea ad altre testate europee che hanno fatto la stessa scelta. Prima tra tutte la Bbc, che aveva già annunciato la decisione di ritirare i suoi giornalisti dalla Russia. L’emittente, in un comunicato, aveva spiegato di aver “sospeso temporaneamente” le attività dei suoi giornalisti e del personale tecnico in Russia. Tim Davie, direttore generale della tv pubblica britannica, aveva definito la stretta sui media da parte di Mosca, come un modo per “criminalizzare il giornalismo indipendente”, rimarcando la necessità di garantire “la sicurezza” di chi lavora per l’emittente, senza però ridurre l’impegno della Bbc per cercare di continuare a dare “un’informazione accurata” anche ai russi attraverso le sue news. Da qui la decisione della Bbc di ripristinare il suo servizio radiofonico a onde corte per garantire che i civili di Russia e Ucraina possano accedere alle notizie durante l’invasione. Lo scrive The Guardian, segnalando che la Bbc può essere trovata su 15735 kHz dalle 18:00 alle 20:00 e su 5875 kHz da mezzanotte alle 2:00, ora Ucraina.
Corrado Formigli contrario – Ma non tutti sono d’accordo con la decisione di lasciare Mosca. Tra questi Corrado Formigli, conduttore di PiazzaPulita su La7 che, intervistato dall’Adnkronos, ha spiegato che per lui “lasciare in questo momento Mosca significa rinunciare anche a quel poco di informazione che possiamo fare da lì. Quindi anche se le leggi che sta varando Putin contro i giornalisti sono allucinanti e degne di un dittatore della peggiore specie, penso che non bisogna rinunciare perché chi abbandona il campo, alla fine sbaglia sempre. Meglio rimanere lì ed essere una spina nel fianco del regime russo raccontandolo per quanto è possibile”.
D’accordo invece si è detto Vittorio Feltri che, sempre all’AdnKronok ha dichiarato: “Se ci sono dei pericoli, che io da qui naturalmente non posso valutare, la decisione di ritirare i propri giornalisti per tutelarli va presa. Loro sono sul posto e di certo possono soppesarli. Se io avessi dei giornalisti in Ucraina o in Russia li farei rimpatriare”.
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