Internet, social network e e-mail hanno avuto un certo peso nei referendum del 12 e del 13 giugno. Il quorum è stato infatti raggiunto grazie alla mobilitazione di ampi settori della società civile, anche online. Internet è stato per molti il veicolo di informazione sull’appuntamento elettorale, nonché lo stimolo a non perdere questa occasione istituzionale per esprimere il proprio parere su temi di altissima rilevanza nazionale. Il passaparola e la costante attenzione sull’argomento hanno fatto il giro dei computer degli Italiani, rimbalzando da un cinguettio all’altro sul popolare Twitter e dalla profilo di un utente all’altro sull’ormai celebre Facebook. Si è creata una comunicazione interattiva e generale che, partendo da Internet, inteso come strumento di democrazia reale, potenzialmente a disposizione di ogni cittadino, ha coinvolto anche quanti non navigano sul Web. “I social network hanno creato connessione e passaparola, e hanno mobilitato quella parte di opinione pubblica disposta a farsi mobilitare – spiega Michele Sorice, direttore del Centro Studi su Media e Comunicazione dell’Università Luiss di Roma – Sul Web c’è stato il cosiddetto “effetto alone”: come un’espansione a raggiera, c’è stata una sensibilizzazione crescente tra gli utenti. L’arma migliore di Internet è stata l’ironia, come ha dimostrato anche l’ultima tornata elettorale delle amministrative”.
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