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Il destino del 5G: tra delusioni e resistenze

Il colosso delle telecomunicazioni della Finlandia, Nokia, ha recentemente rivelato il licenziamento di quasi 14.000 individui, rappresentando il 16% della sua forza lavoro. Secondo Bloomberg, questa mossa è stata descritta come un necessario “reset” dell’azienda per “ridurre i costi e ottimizzare l’efficienza operativa” in un periodo di mercato difficile. Nel terzo trimestre dell’anno corrente, Nokia ha sperimentato un declino del 15% nelle vendite rispetto all’anno precedente, principalmente a causa di una scarso interesse per le connessioni 5G. Anche la concorrente svedese Ericsson ha rilevato una tendenza simile.

Il 5G rappresenta la quinta generazione dello standard per le telecomunicazioni mobile, creata per garantire velocità di download estremamente elevate (fino a 10 gigabit al secondo) rispetto alla generazione precedente, nota come 4G, che è ancora in uso nella maggior parte degli smartphone attualmente in vendita. Nonostante le ampie spese in questa tecnologia, finora il 5G non ha soddisfatto le previsioni.

Joanna Stern, esperta di tecnologia del Wall Street Journal, ha dichiarato all’inizio dell’anno scorso di aver disattivato la sua connessione 5G di Verizon, ricorrendo invece alla connessione 4G LTE, senza notare alcuna differenza significativa.

La Corea del Sud è uno dei paesi che ha maggiormente investito nel 5G, introducendo il primo servizio nazionale di questo tipo nel 2019, con una velocità di 896 megabit al secondo, sei volte superiore a quella del 4G sudcoreano. Tuttavia, la risposta del pubblico è stata tiepida, in parte a causa delle limitazioni tecniche e della mancanza di dispositivi in grado di connettersi a queste reti.

Secondo Omdia, una società di analisi, nel 2022 solo il 31% degli operatori telefonici in tutto il mondo offriva il 5G. Nel frattempo, gli utenti 5G sono cresciuti di 446 milioni, mentre gli utenti 4G sono aumentati di 592 milioni. Questi dati evidenziano la durata di una tecnologia che ha ormai tredici anni e che continua a essere preferita dai consumatori, rallentando l’adozione di nuove soluzioni.

In Italia, la diffusione del 5G si è scontrata con molte difficoltà. Nel novembre 2021, il governo guidato da Mario Draghi ha approvato il “Piano Italia 5G”, descritto come il “primo Piano di investimenti pubblici, con un finanziamento di 2,02 miliardi di euro, approvato per sostenere lo sviluppo del mercato mobile” del paese. Questo piano è legato alla Strategia italiana per la Banda Ultra Larga e agli obiettivi del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza attraverso il quale il governo intende utilizzare i fondi europei di Next Generation EU.

Nonostante anni di promozione e investimenti, la tecnologia 5G è ancora considerata superflua, poco affidabile o troppo costosa da molti. Le applicazioni concrete dello standard sembrano riguardare casi specifici e l’analisi di Omdia conferma che il 5G è più adatto per le aziende e gli usi industriali rispetto all’utente medio.

Infine, l’adozione del 5G è stata ostacolata non solo da questioni infrastrutturali, tecnologiche e decisioni politiche, ma anche dalla diffusione di teorie del complotto che nel 2020 hanno cercato di correlare la diffusione del Covid-19 con il 5G.

Le preoccupazioni infondate si sono aggiunte a timori più reali riguardanti i rapporti tra aziende cinesi come Huawei e ZTE, produttrici di infrastrutture per il 5G, e il governo cinese. Molti temevano che queste infrastrutture tecnologiche possedessero backdoor che avrebbero permesso l’accesso ai dati raccolti dalle antenne al governo cinese.

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