Al Maradona passa la Fiorentina. Il Napoli registra la terza disfatta casalinga della stagione. A pochi giorni da quella subita per opera dei Blancos di Carletto Ancelotti. Ma se nel match continentale erano apparsi netti e convincenti i miglioramenti di una squadra che certo non era partita a mille, ieri sera l’undici di Rudi Garcia, già affetto da balbuzie, è sembrato prossimo al mutismo. I campioni d’Italia hanno subito i toscani per buona parte dell’incontro.
Surclassati a centrocampo, anche per la prova sontuosa di Jack Bonaventura, i partenopei mai sono stati in grado di imporre il proprio gioco, lo stesso col quale avevano incantato i palcoscenici italiani ed europei nella scorsa stagione. Anche la difesa ha traballato più volte, in maniera peraltro vistosa. E gli attaccanti, poco graffianti, forse anche poco serviti, spesso hanno impattato sulla difesa ben messa in campo da Vincenzo Italiano, uno che sovente ha lasciato Fuorigrotta con l’intera posta in palio. Ieri il tecnico viola ha dato una lezione di calcio. Il Napoli ha giocato immerso in una nebbia fitta, spesso in totale confusione, a corto di idee e con alcuni singoli fin troppo rilassati, distratti e probabilmente anche appagati.
Osimhen, al netto del rigore trasformato, si è divorato un gol che nello scorso campionato avrebbe difficilmente sbagliato. Kvaratskhelia rincorre con ansia i tempi migliori e sbaglia. Anche Zielinski, che in questo primo scorcio di stagione è stato spesso tra i migliori, ha perso lucentezza e smalto. E poi? Beh poi c’è l’orchestra, tutta insieme, che stenta a suonare e spesso stecca gli acuti. L’ambiente, già caldo, è diventato rovente nelle ultime ore.
Il popolo azzurro e molti addetti ai lavori, senza mezze misure, puntano il dito verso il mister transalpino. Diremmo non a torto. La piazza, giornalisti inclusi, vuole la testa di Rudi Garcia che sembra averci capito poco, forse niente. Destabilizzando, peraltro una compagine che era semplicemente perfetta. L’ex Roma e Lille si è mostrato non all’altezza per quel che riguarda gli schemi di gioco ma ancor più poco adatto a dare continuità a uno spogliatoio i cui ingranaggi non erano manco da oliare. Tutto filava liscio, all’ombra del Vesuvio.
Garcia ha peccato di presunzione, si è ostinato a imporre le proprie idee creando un caos pressoché totale. E poco sensibile nella gestione del gruppo. I giocatori palesemente non stanno dalla sua parte. E al momento delle sostituzioni, quasi mai azzeccate, si è trovato contro i gesti di disappunto piuttosto plateali di Osi, di Khvicha e ieri anche di Politano. La nave potrebbe affondare. Aurelio de Laurentiis che ne è l’armatore avrebbe l’obbligo di strigliare il comandante. La ciurma è in piena tempesta, desiderosa del mare piatto al quale l’aveva abituato il buon Lucianone Spalletti.
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