Manca solo Inter-Genoa di stasera per completare il programma della 27a di campionato. A parte quelli propriamente calcistici, molti altri spunti hanno occupato le cronache sportive di questa “tre giorni del pallone”. Il più discusso tra questi è stato senza dubbio l’arbitraggio balbettante di Marco Di Bello in Lazio-Milan. Il brindisino, in evidente serata no, ha messo alla porta tre biancocelesti e quasi mai è sembrato avere il controllo sulla gara dell’Olimpico. L’AIA, per questo, lo lascia a casa per un mese. Il presidente Lotito, a fine incontro, denuncia un “sistema inaffidabile” e vorrebbe finanche la ripetizione del match. Parole grosse, dunque. Coloriti invece sono i termini che usa Aurelio De Laurentiis quando manda a quel paese gli operatori di DAZN, rei di troppa invadenza negli spogliatoi. E quando il patron degli azzurri vieta ai propri tesserati di rilasciare interviste all’emittente, viene in mente che i dissapori con quella non nascono certo oggi, ma sono di vecchia data.
Fa notizia pure il rifiuto di Boulaye Dia di entrare in campo nei minuti finali di Udinese-Salernitana. L’attaccante senegalese, si apprende dal club campano, resterà fuori rosa fino a giugno con allenamenti separati dal resto della squadra. La Società granata non esclude eventuali azioni legali nei confronti del calciatore.
Nella cronaca squisitamente calcistica si conferma il momento magico di Bologna e Roma. L’undici di Thiago Motta espugna Bergamo in rimonta e inanella la sesta vittoria consecutiva, rinsaldando la quarta piazza in graduatoria. I tifosi rossoblu sono autorizzati a sognare in grande. Un tale filotto mancava ai felsinei dalla primavera del ’67 quando sulla panchina sedeva l’argentino Luis Carniglia. Sta lavorando egregiamente anche Daniele De Rossi che, con la Roma, ne fa quattro al Monza e fa suo il quinto posto in classifica. I giallorossi, nei sette turni del post Mourinho, vincono sei volte. E, ciò che più conta, praticano un calcio bello a vedersi.
Una squadra, la Roma di capitan De Rossi, apparsa letteralmente trasformata dopo l’esonero dello Special One. A volte basta davvero poco per fare bene. La Società, al mister, avrebbe già proposto il rinnovo per l’anno prossimo. Nel match clou del Maradona il Napoli conquista l’intera posta a scapito di una Juventus sprecona. I bianconeri di mister Allegri portano a casa solo una manciata di punti dagli ultimi confronti di campionato, riponendo definitivamente nel cassetto il sogno di una volata in due coi nerazzurri di Simone Inzaghi.
Questi ultimi, semplicemente perfetti. Con la vittoria di ieri sera a Fuorigrotta i partenopei sembrano davvero sulla buona strada per una completa guarigione. La terapia di Francesco Calzona è del tutto evidente. E, seppure il tecnico spinge per ulteriori miglioramenti, i Campioni d’Italia appaiono rinfrancati e fiduciosi dei propri mezzi. Così, all’ombra del Vesuvio, si comincia a sperare in una remuntada che, per come si erano messe le cose, sembrava quanto mai impossibile. Il prossimo turno casalingo col Toro e la trasferta in Catalogna per la Champions sono a dir poco determinanti per la parte finale di una stagione schizofrenica. Il resto della giornata ha registrato un Cagliari corsaro sul campo dell’Empoli e la vittoria casalinga del Verona.
Gli scaligeri inguaiano ulteriormente un Sassuolo che sembra ormai in caduta libera. Gli emiliani perdono per infortunio Mimmo Berardi. Costretto a rinunciare anche alla maglia azzurra in vista dei prossimi Europei. Sfortunato. Due pareggi per concludere. Quello a reti inviolate tra Torino e Fiorentina, inutile per entrambe, e quello di 1-1 tra Frosinone e Lecce sicuramente utilissimo ai salentini.