Sale la preoccupazione in casa Rai per la decisione dell’ad Carlo Fuortes di tagliare le trasferte papali. Prima la protesta del Tg1. E stamane AdgInforma.it ha intercettato un’altra missiva di dodici vaticanisti (tra loro anche un paio di operatori) delle Testate giornalistiche Rai e accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede. Una lettera indirizzata al vertice di Viale Mazzini e a tutti i direttori di Testata in cui si paventano – a causa del nuovo turn over nelle trasferte papali – “notevoli rischi, anche in vista dei prossimi importanti appuntamenti, a cominciare dal Giubileo del 2025”. Una Rai, insomma, che potrebbe non essere più “partner privilegiato del Vaticano”. Il tutto per risparmiare – a giudicare dalle proteste – poche migliaia di euro…
OGNI TESTATA SPENDA IL PROPRIO BUDGET – “Con la presente desideriamo esprimere ai vertici aziendali la nostra viva preoccupazione per la decisione della Rai di avviare un turn-over delle trasferte per i viaggi del Papa. Il sistema di lavoro fin qui portato avanti per la copertura di questi eventi – premette la lettera – è tra i più solidi e collaudati. Modificarlo senza un progetto alternativo che consenta adeguata copertura a ciascuna testata presenta notevoli rischi, anche in vista dei prossimi importanti appuntamenti, a cominciare dal Giubileo del 2025. Oltre tutto, un indebolimento dell’impegno della Tv pubblica in questo ambito lascerebbe campo libero ad altre realtà private, che già stanno cercando di sostituirsi alla storica presenza Rai, da sempre partner privilegiato del Vaticano.
Per questo consideriamo il blocco della trasferta di alcuni di noi a Budapest e in Slovacchia un precedente pericoloso, seguendo un trend già visto in altre aziende radiotelevisive, dove oggi i giornalisti sono ridotti a seguire gli eventi papali esclusivamente in redazione e al computer. Tutti possono comprendere l’enorme valore aggiunto che dà l’inviato sul posto rispetto al redattore che deve seguire l’evento dal desk. La decisione ci appare ancor più inopportuna considerato il basso costo della suddetta trasferta e il fatto che la Rai in questi casi ottiene dei ricavi offrendo le proprie immagini al circuito dell’Eurovisione. Ci chiediamo: visto che ogni Testata ha un suo budget, perché non lasciar decidere ai Direttori, nella loro autonomia, come spenderlo?
Stigmatizziamo il fatto che nessuno abbia ascoltato chi lavora sul campo prima di prendere decisioni così drastiche. A nostro modo di vedere, cedere sull’offerta informativa dell’attività del Papa sarebbe un brutto segnale da parte della Rai. Con la pandemia ancora in atto e di fronte a una crisi mondiale dalla quale si cerca faticosamente di uscire, decisivo è il sostegno che viene dai valori morali, che un’autorità riconosciuta come Papa Francesco sta offrendo a livello planetario, senza distinzioni ideologiche e di appartenenza religiosa. Cedere su questo fronte per risparmiare poche migliaia di euro ci sembra davvero incomprensibile.
Chiediamo pertanto – conclude la lettera – che si riconsideri la disposizione e che sia assicurata la pienezza del nostro lavoro”.