C’è grande soddisfazione all’Istituto Italiano di Tecnologia per il riconoscimento che arriva da TIME. La rivista statunitense colloca tra le migliori invenzioni del 2023 un originale e ambizioso progetto del Printed and Molecular Electronics Laboratory dell’istituto di ricerca italiano.
Si tratta della prima batteria commestibile e ricaricabile al mondo. Proprio così. Motivo per cui il laboratorio meneghino, guidato dall’ingegnere Mario Caironi, si è dovuto approvvigionare di mandorle, alghe e persino di capperi. Si scherza, ma a ben vedere la materia prima è più o meno quella appena elencata. La vitamina B2 (riboflavina), presente nelle mandorle, serve a realizzare l’anodo. La quercetina, un antiossidante di cui sono ricchi i capperi, è necessaria per il “fare” il catodo. Occorre poi la cera d’api per poter assicurare una sede, altrettanto edibile, ad entrambi gli elettrodi. Ci vuole invece il carbone attivo, che è un antitossico, per garantire la conduttività e finanche l’oro alimentare (quello dei pasticcieri) utile per i contatti. Con le alghe, per finire, si realizza un separatore, evitando così che il dispositivo possa andare in corto.
Per ora è solo un prototipo ma per il futuro se ne prevedono applicazioni davvero interessanti. Come quella relativa al campo clinico, ove speciali sensori, una volta ingerita quella che per ora somiglia solo a una caramella mou, potrebbero rilevare lo stato di salute della persona.
Ancora più interessante potrebbe essere l’efficacia di questo dispositivo contro il pericolo, sempre in agguato, che i bambini possano ingerire le batterie dei loro giocattoli. E in ambito alimentare l’uso della “pila” potrebbe risultare utile nel garantire il corretto stato di conservazione del cibo.
Caironi, 45 anni, ingegnere elettronico formatosi al Politecnico di Milano, si dice addirittura sorpreso della selezione della rivista TIME. Sono duecento, lo ricordiamo, le invenzioni in totale. Suddivise in 22 categorie, tra le quali bellezza, AI, elettronica di consumo e fitness. La “novità” del Laboratorio di Mario Caironi figura tra le Menzioni Speciali. Dunque un motivo d’orgoglio in più che il responsabile del progetto ha piacere di condividere col suo team, da sempre impegnato nel campo di quella che si definisce elettronica commestibile. Peraltro mai era successo che un prototipo “partorito” da un centro di ricerca di casa nostra ricevesse questo tipo di riconoscimento.
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