L’Agenzia delle Entrate ti BLOCCA il conto corrente, divieto assoluto di utilizzare il tuo denaro | Milioni gli italiani disperati

Prelevare molto denaro

Coppia con euro in mano (Canva) Adginforma.it

Il conto corrente bloccato può creare molti problemi a tutti i cittadini italiani, un’evenienza che può accadere, ecco perché.

Divieto di utilizzare il denaro del mio conto corrente? La paura non è del tutto infondata: controlli, accertamenti e persino blocchi ai conti correnti non sono più eventi così rari.

Molti italiani vivono con il timore che una serie di prelievi, magari anche modesti, possa improvvisamente far scattare un allarme nei sistemi della banca o peggio ancora del Fisco.

Un semplice gesto come andare allo sportello o al bancomat per ritirare del contante può davvero attirare attenzioni indesiderate.

Alcuni hanno già vissuto l’incubo: conto bloccato, accessi negati, domande a cui non sanno cosa rispondere. Ma che cosa sta succedendo davvero? Ecco le risposte.

Quando l’Agenzia delle Entrate può intervenire: i limiti

Le regole sono più sottili di quanto si pensi. Se è vero che non esiste una legge che impone un limite assoluto ai prelievi di contanti dal proprio conto corrente, è altrettanto vero che superare certe soglie può scatenare un effetto domino di controlli e segnalazioni. E no, non riguarda solo i grandi evasori: anche una serie di prelievi “sospetti” può far partire le verifiche.

In particolare, secondo la normativa antiriciclaggio, chi preleva più di 10.000 euro in un mese – anche se divisi in tante operazioni minori – potrebbe finire nel mirino dell’UIF, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. La banca è obbligata a segnalare quei movimenti e, da lì, può partire la comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Se poi i soldi vengono passati a terzi o non se ne riesce a giustificare l’origine, ecco che il fisco può agire, anche in modo pesante.

Prelievo bancomat
Prelievo bancomat (canva) Adginforma.it

La verità che pochi conoscono: quando sei davvero a rischio

Un rischio per i cittadini, ma attenzione, per le imprese le regole sono ancora più rigide. In base al Decreto Fiscale 193/2016, chi ha una partita IVA rischia molto di più. Se un imprenditore preleva oltre 1.000 euro in un solo giorno o più di 5.000 euro in un mese, può essere convocato per spiegare tutto. E se le spiegazioni non convincono, la macchina del fisco si mette in moto, fino a coinvolgere, nei casi peggiori, anche la Guardia di Finanza.

La realtà? Nella maggior parte dei casi, nessun conto viene “bloccato” solo perché si preleva denaro. I controlli riguardano principalmente le imprese, i liberi professionisti e chi effettua movimenti anomali o sproporzionati rispetto al proprio profilo economico. I privati cittadini non devono temere se prelevano somme normali e non effettuano operazioni sospette. Tuttavia, l’attenzione alle operazioni in contanti è aumentata, e il sistema bancario è tenuto a vigilare.