Stiamo vivendo in un’epoca in cui, purtroppo, gli amanti del calcio di qualche generazione fa non si ritrovano più. Ormai, questa disciplina è sempre più dominata dai meri interessi economici e, purtroppo, sono pochi i giocatori che hanno dimostrato con i fatti, e non solo con le parole, un forte attaccamento alla propria squadra, magari quella per cui hanno tifato fin da piccoli.
Uno degli esempi più belli degli ultimi tempi è Andrea Cossu, che si è comportato da giocatore vintage, che nella lista delle priorità ha messo prima l’affetto dei tifosi e la passione per la sua squadra del cuore e poi ogni cosa, anche le ambizioni personali, un comportamento più frequente quando nel calcio esistevano ancora le bandiere.
Se si conteggiano anche gli anni passati con le giovanili, Franco Baresi ha vissuto un quarto di secolo con la maglia rossonera. A partire dal 1972 fino al 1997, un’eternità in pratica, indossando questi colori. È chiaro che in rossonero ha visto veramente di tutto, partendo dalla retrocessione nel campionato cadetto fino ad arrivare allo straordinario ciclo con Arrigo Sacchi, in cui ha vinto di tutto e di più, diventando il simbolo di una squadra che ha fatto la storia del calcio.
Dici Juventus, si pronuncia Alessandro Del Piero. Impossibile non pensare ai colori bianconeri e, inevitabilmente, fare riferimento al numero dieci più forte della storia juventina, in compagnia di Sivori e Platini. Insieme a Francesco Totti si può considerare come l’ultima bandiera del calcio italiano. Con la Juventus ha praticamente vinto di tutto e di più, riuscendo a raggiungere praticamente ogni trofeo possibile. All’appello gli manca solamente il Campionato Europeo con l’Italia, ma in Nazionale brilla la Coppa del Mondo vinta nel 2006. Quasi vent’anni con questa maglia, eppure Del Piero sarebbe rimasto e oggi i tifosi lo rivorrebbero a guidare il club.
Un’altra storica bandiera del calcio italiano e, nello specifico, del Milan. In rossonero ha giocato tantissimo, oltre 31 anni considerando anche gli anni delle giovanili. Inutile dire che Paolo Maldini ha vinto tutto, gli manca solo il Pallone d’Oro e, purtroppo, un alloro mondiale con la maglia della Nazionale, con la finale persa contro il Brasile nel 1994.
Impossibile pensare Francesco Totti con un’altra maglia: quella giallorossa sembra che sia stata scolpita su misura fin dalla nascita. Contando anche le giovanili sono 28 anni trascorsi con questi colori e una miriade di emozioni, culminate con la vittoria dello scudetto nel 2001. Con la maglia azzurra un Mondiale in bacheca, nel 2006, e pure l’oro agli Europei Under-21 nel 1996 in Spagna. Inutile dire che ci sarebbero tanti altri nomi da fare, Gigi Riva con il Cagliari, Xavier Zanetti e Giacinto Facchetti con l’Inter, Gaetano Scirea con la Juve, giusto per citarne alcuni.
La maglia del Barcellona si identifica spesso con un roccioso difensore dai boccoli d’oro: sì, avete capito benissimo, si tratta di Carles Puyol, che ha vissuto con questi colori dal 1994 al 2014. Con la squadra degli acerrimi rivali, il Real Madrid, c’è un’altra leggenda che ha scritto pagine di storia uniche, ovvero Raùl Gonzàlez Blanco, che ha vestito dal 1992 al 2010 con la casacca dei Blancos.
Dal 1987 fino al 2004: diciassette anni in cui Ryan Giggs è diventato un vero e proprio simbolo di uno squadrone, quello guidato da Sir Alex Ferguson, ovvero il Manchester United, chiudendo la sua carriera con i Red Devils con ben 34 titoli in bacheca. Eusebio, il primo giocatore portoghese a vincere il Pallone d’oro, è diventato un simbolo con il Benfica, indossando questa maglia dal 1960 al 1975. Pelè, dal 1956 al 1974 con la maglia del Santos, ha resistito alle sirene europee, preferendo rimanere in patria, dove ha messo a segno oltre 600 gol in carriera.
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