La scarsità d’acqua sta diventando “endemica”: è il passaggio che più colpisce l’attenzione nell’allarme lanciato dall’Onu in occasione della giornata Mondiale dell’acqua che si è celebrata ieri 22 marzo. I dati sono allarmanti e investono anche regioni tradizionalmente piovose: oggi due miliardi di persone non possono accedere all’acqua potabile corrente e sicura. Tradotto: il 25% della popolazione mondiale beve acqua non sicura, percentuale che sale al 50% se si considerano coloro che non possono contare su servizi sanitari efficienti.
L’acqua sporca e i servizi igienici non affidabili hanno ridestato anche l’allarme colera anche in paesi in cui di fatto la malattia non preoccupava da decenni, ogni anno si registrano 1,4 milioni di adulti e bambini morti per questa causa. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha ricordato che non c’è più tempo da perdere.
I numeri in Italia e nel mondo
I numeri, dicevamo: stando ai dati dell’Ispra, in Italia negli ultimi trent’anni (dal 1990 al 2020) la disponibilità idrica è calata del 20% rispetto a quello che viene considerato il valore storico di riferimento, i 550 mm. del trentennio 1920-1950. Oggi, quindi, siamo a 440 mm. Per restare all’attualità, il Nord ha fatto i conti con un inverno particolarmente secco che ha fatto seguito ad un 2022 in cui già si era registrato il 30% di pioggia in meno rispetto alla media. Anche in questo caso, tutto porta a svariante conseguenze: i laghi si stanno prosciugando (lago di Como -22%, Garda -37%, Maggiore -44%), gli enti locali mettono in moto diverse iniziative per limitare i consumi (basti pensare all’Alto Adige che ha fermato i cannoni che servono all’innevazione delle piste da sci), e Coldiretti stima in 6 miliardi di euro di danni per il settore dell’agricoltura. A tutto ciò si aggiungono gli acquedotti nostrani, vecchi ed inefficienti: si stima che viene disperso il 42% del totale di disponibilità di acqua, quantitativo che soddisferebbe il fabbisogno di 43 milioni di persone durante un anno. Numeri spaventosi.
A livello globale, il consumo aumenta dell’1% ogni anno: un ritmo di crescita frenetico e che, secondo il World Water Development report dell’Onu, proseguirà almeno fino al 2050.