Questa città italiana è chiamata la ‘Valle della Morte’: milioni di cittadini in pericolo di vita ogni giorno | Il Comune non fa niente però

Death Valley - Adginforma.it (Fonte Pexels)
Anche l’Italia ha la sua Death Valley. Potresti addirittura averla visitata, ma non sai quante persone sono morte al suo interno.
Quando si pensa all’America, il pensiero corre subito alle metropoli scintillanti e in cui la vita scorre veloce, come New York, oppure a location esclusive come Beverly Hills.
Gli amanti del jazz e del blues, invece, sognano di visitare New Orleans, decadente e ammantata di un fascino che nemmeno l’uragano Katrina ha saputo spazzare via, mentre gli appassionati di country e delle immense lande d’altura fantasticano sui suggestivi ranch del Montana.
Solo i più avventurosi, però, annoverano tra i loro desideri una visita all’iconica Death Valley: si tratta una regione desertica situata nello Stato della California e confinante con il Nevada; un luogo proibitivo per le sue temperature eccezionali, che lo rendono una delle location più calde e aride del pianeta.
Il suo nome è traducibile, per l’appunto, con l’appellativo di Valle della Morte, poiché durante la corsa all’oro californiana del 1849 mise a dura prova il coraggio dei pionieri che la attraversavano, sfruttandola come scorciatoia verso la California, e alcuni di loro vi persero la vita. Ancora oggi, visitare la Death Valley sottopone i turisti a condizioni atmosferiche estreme, in grado di far evaporare in pochi minuti l’acqua contenuta nelle classiche bottigliette: persino alcuni italiani possono confermarlo. Ma se ti dicessi che anche l’Italia vanta una propria Valle della Morte?
La Valle della Morte in Italia
Non tutti lo sanno, ma c’è una particolare città che, nonostante le apparenze, mette costantemente a rischio la vita dei suoi abitanti. Infatti, per quanto si tratti di un centro urbano famosissimo, folkloristico e brulicante di residenti e turisti, esso giace su un territorio paragonabile a un grande gigante addormentato.
Si tratta della splendida e vibrante Napoli. Ebbene sì: il capoluogo partenopeo, famoso per la sua tradizione, per i canti e i colori, ma anche per la sua posizione privilegiata e i panorami spettacolari, è costantemente assediato dalle minacce geologiche, come testimoniano anche le recenti scosse di terremoto registrate in loco. La città e le sue aree circostanti convivono con il perenne rischio che il Vesuvio e i Campi Flegrei si risveglino, dando vita ad eventi calamitosi potenzialmente letali. Sia Napoli che i Campi Flegrei si trovano in una zona sismica attiva, e l’imprevedibilità del vulcano rende la situazione ancora più instabile. Non ti ricorda nulla l’immane tragedia avvenuta a Pompei ed Ercolano?
Pompei. pic.twitter.com/s76ckDLOf3
— CiroCala79 (@Cica7981) February 6, 2025
La disastrosa eruzione del 24 agosto del 79 d.C.
Gli storici hanno stimato che il 24 agosto del 79 d.C. il Vesuvio emise una colonna eruttiva di gas, cenere e frammenti rocciosi, sparandoli ad un’altezza tale che si scagliarono nell’atmosfera, ricadendo poi in una pioggia di pomice e lapilli sui centri abitati circostanti.
Le correnti piroplastiche, poi, diedero il colpo di grazia agli abitanti di Pompei ed Ercolano, sorprendendoli mentre compievano le attività più svariate, e travolgendoli come un fiume di fuoco che si è propagato lungo le strade a circa 200 km/h. Questo evento catastrofico, le cui tracce sono ancora visibili presso le rovine di Pompei, costò la vita a circa 16.000 persone, e ci ricorda che, di fronte alla forza della natura, l’uomo ha il potere di un granello di polvere.