Riforma PENSIONI, ora ci vai a 50 anni: già firmata l’ordinanza dalla Meloni | Adesso cambia tutto

Pensione anticipata (Canva) Adginforma.it
Meloni firma l’ordinanza: si potrà andare in pensione a 50 anni. Ma chi ne ha davvero diritto? Ecco cosa sta succedendo.
Una firma ufficiale ha acceso le speranze: cambia tutto per le pensioni. Se hai i requisiti vai in pensione prima di tutti senza aspettare.
Il nuovo provvedimento sembra aprire le porte all’uscita dal lavoro a 50 anni, ma come funziona e come si fa a uscire dal mondo del lavoro diversi anni prima del previsto?
Centinaia di cittadini cercano risposte: è realtà o solo un’illusione? Le risposte ci sono ma bisogna informarsi bene per avere la conoscenza giusta per prepararsi e usufruire dei vantaggi proposti.
La verità è nei dettagli della legge, e solo chi legge fino in fondo la scoprirà.
Pensione a 50 anni: svolta o trovata politica?
I riflettori sono puntati sull’ordinanza appena firmata, che sta agitando gli animi di molti lavoratori. In gioco c’è la possibilità concreta di uscire dal lavoro in anticipo di oltre 10 anni rispetto all’età prevista oggi dalla normativa ordinaria. La notizia corre veloce sui social e nei gruppi di settore: chi ha raggiunto determinati requisiti potrebbe accedere al trattamento già intorno ai 50-56 anni. Ma non è per tutti. Dietro questa apparente rivoluzione si nascondono condizioni specifiche, ignorate dai più.
Molti gridano alla “bufala”, altri ci sperano. Il Governo, nel frattempo, non smentisce né conferma, ma si limita a ribadire che si tratta di una misura “di equità e tutela per categorie fragili”. Un segnale forte, soprattutto per chi vive in condizioni complesse e non ha le forze, fisiche o psicologiche, per lavorare fino a 67 anni. Ma chi potrà beneficiarne davvero?

Ora è ufficiale: pensione anticipata e non devi più aspettare
Ecco la verità: la pensione anticipata riguarda persone con invalidità certificata o gravi disabilità visive. Secondo quanto stabilito dalla Legge Amato (D.Lgs. 503/1992), chi ha un’invalidità pari o superiore all’80% può accedere alla pensione a 56 anni (donne) e 61 anni (uomini). Ancora più precoce è l’uscita per i non vedenti: 51 anni per le donne e 56 per gli uomini. Ma servono almeno 15 anni di contributi, l’iscrizione all’Assicurazione Generale Obbligatoria INPS e l’esclusione da gestioni autonome o pubbliche.
L’INPS verifica ogni richiesta tramite accertamenti medici, secondo la Legge 222/1984, e riconosce la pensionabilità solo se la capacità lavorativa risulta ridotta di almeno un terzo. È prevista anche una finestra mobile di 12 mesi prima del primo assegno. Insomma, non è una riforma per tutti, ma una rivincita per chi convive con patologie invalidanti. E sì, stavolta, la politica ha mantenuto una promessa concreta.