Un episodio controverso ha scosso il mondo dell’editoria ligure. Due giornalisti, Fabrizio Tenerelli, che ricopriva anche il ruolo di direttore, e Mario Guglielmi, redattore, sono stati licenziati dalla testata online “Riviera 24” dopo aver rifiutato la trasformazione del loro contratto da tempo indeterminato a collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.). L’evento ha suscitato sconcerto, soprattutto considerando che la decisione è stata presa dalla società Nuova Radio Amicizia, che opera sotto l’egida della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo.
La vicenda è emersa in un momento particolarmente delicato per la Chiesa italiana, che attraverso le parole del presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il cardinale Angelo Bagnasco, aveva recentemente sottolineato l’importanza di affrontare le questioni lavorative con l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro. Durante un incontro con i rappresentanti sindacali di Genova, Bagnasco aveva dichiarato: “Non ci sono dogmi di fede e non ci sono dogmi di nessun genere per quel che riguarda le prassi sociali. […] Qualunque decisione, qualunque modo di affrontare l’articolo 18, deve mirare a creare posti di lavoro o altrimenti non serve a niente”. Parole che oggi suonano paradossali alla luce dei recenti avvenimenti.
L’azione della Diocesi ha sollevato non poche domande, mettendo in discussione la coerenza tra i messaggi di solidarietà e sostegno ai lavoratori pronunciati dai vertici della Chiesa e le scelte operative fatte a livello locale. Questo contrasto appare ancora più evidente se si considera che Tenerelli e Guglielmi avevano già denunciato irregolarità nei loro contratti, con il primo inquadrato con un livello inferiore rispetto alle mansioni svolte.
La risposta della comunità giornalistica non si è fatta attendere. L’Associazione Ligure dei Giornalisti ha espresso piena solidarietà ai due colleghi, promettendo supporto legale e assistenza in ogni sede per far valere i loro diritti. Inoltre, l’Associazione ha annunciato che intensificherà i controlli su tutte le testate online della Liguria, con particolare attenzione a quelle gestite da altre Diocesi, per verificare la regolarità contrattuale e contributiva dei giornalisti impiegati.
Il caso Tenerelli-Guglielmi potrebbe rappresentare solo la punta dell’iceberg in un settore che sempre più spesso cerca di sfuggire alle regole contrattuali in nome di una maggiore flessibilità e riduzione dei costi, mettendo a rischio la qualità dell’informazione e la dignità professionale dei lavoratori. La questione solleva interrogativi cruciali sul futuro del giornalismo in Italia e sul ruolo delle istituzioni ecclesiastiche nella tutela dei diritti dei lavoratori.
Mentre si attendono risposte ufficiali dalla Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, la lettera inviata dai giornalisti licenziati a Papa Francesco rappresenta un ulteriore tentativo di richiamare l’attenzione della Chiesa su un problema che, se non affrontato, rischia di minare la credibilità delle sue stesse posizioni in materia di giustizia sociale e tutela del lavoro.
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