Salute, l’olio sullo scaffale è una fregatura: controllare l’etichetta non serve più | Ti stanno prendendo in giro
Scoperto un giro di olio contraffatto non idoneo al consumo. Controllare l’etichetta non è più sufficiente. Ecco cosa sapere per tutelarti.
Un nuovo scandalo mette in crisi il settore dell’olio d’oliva. La Guardia di Finanza e l’Icqrf-Repressione frodi hanno sequestrato 180 quintali di prodotto contraffatto, spacciato come extra vergine Bio ma non adatto al consumo umano.
Una vicenda che evidenzia la necessità di maggiore trasparenza e controlli più efficaci. La notizia portata alla luce da Il Salvagente, ha fatto scalpore tra i consumatori che si chiedono come proteggersi da tali situazioni. Ecco cosa sta succedendo e le raccomandazioni da seguire.
Il sequestro tra Calabria e Puglia
Le autorità hanno condotto ispezioni in due aziende, situate nelle province di Catanzaro e Barletta-Andria-Trani, scoprendo una vasta quantità di olio catalogato falsamente come extra vergine Bio. Durante i controlli, i funzionari della Repressione frodi hanno verificato la qualità del prodotto in base ai dati registrati nel sistema telematico Sian, obbligatorio per le aziende del settore. I risultati hanno rivelato che l’olio, in realtà, era di qualità inferiore, tra cui olio vergine e lampante, quest’ultimo assolutamente non adatto al consumo umano a causa degli alti livelli di acidità.
Il titolare dell’azienda calabrese è stato denunciato alla Procura di Catanzaro per frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine. La truffa evidenzia ancora una volta quanto sia complesso garantire la sicurezza alimentare e quanto sia urgente migliorare i sistemi di controllo.
Olio d’oliva, i rischi per i consumatori
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha lodato l’operazione, sottolineando l’importanza della lotta alle frodi alimentari. Tuttavia, non è stata resa nota alcuna informazione sui marchi coinvolti, lasciando i consumatori all’oscuro. Ancora più allarmante è il fatto che non risultano ritiri ufficiali dal mercato per le bottiglie contenenti olio lampante, che potrebbero essere già state acquistate e consumate.
Questo caso solleva dubbi profondi sulla trasparenza del settore alimentare e sulla capacità di tutelare i consumatori. Controllare l’etichetta non è più sufficiente, poiché anche i prodotti con certificazioni possono nascondere irregolarità. Gli acquirenti sono invitati a scegliere marchi affidabili e a rimanere aggiornati su eventuali segnalazioni di frodi.
In un mercato dove la fiducia è essenziale, episodi come questo rappresentano un duro colpo sia per i produttori onesti che per i consumatori. La battaglia per garantire cibo sicuro e genuino è più urgente che mai e gli organi competenti si stanno adoperando in tal senso.